Volevo raccontarvi, in questa prima notte fresca di Settembre, del nuovo ospite che ho a casa mia.
L’arrivo è stato quanto mai inaspettato, dovuto alla bella amicizia nata con Stefano, collezionista di oggetti militari della IIa Guerra Mondiale con il quale sono entrato subito in sintonia.
Il bello di noi appassionati di storia e di conservazione della memoria è che siamo uniti da comuni sentimenti, strumenti a corda, dove basta il minimo pizzico per far scattare la melodia dei racconti, dei ricordi, dei sogni e di tutto quanto circonda chi è dentro questa passione.
Le divise, i mezzi, le armi, le foto o la buffetteria, tutto è per noi memoria e conservazione.
C’è una differenza tra il semplice mercante e colui che colleziona e vende, quest’ultimo è alla ricerca delle fonti, non si limita ad avere un oggetto, una divisa, ma ne ricerca la storia, il proprietario, i luoghi dove ha combattuto e tutto quanto possa “raccontare” quell’oggetto.
Nella collezione di Stefano c’era tutto questo ed anche di più, non vende l’oggetto, ma la storia che l’oggetto rappresenta, quello che ricostruisce con le parole è un diorama fatto di oggetti di luoghi di persone, di sangue, di lotta, di fatica, di onore e gloria per i vinti e per i vincitori.
I suoi occhi divennero lucidi quando aprì la divisa appartenuta ad un pilota del regio esercito caduto in Africa, le sue mani tenevano con cura la foto in bianco e nero di quell’ufficiale abbracciato alla fidanzata con indosso la divisa che io avevo in mano.
Era un grande cerchio che si chiudeva, la divisa, l’uomo, il soldato, la sua storia, ed era bello ascoltare le sue parole e vedere con quale delicatezza le sue mani toccavano fregi e mostrine.
In quelle due ore passate a visionare la sua collezione ho viaggiato con la fantasia dal 1939 al 1944 rivivendo alcune battaglie attraverso le divise degli uomini; fino a quando non fece uscire dall’armadio una divisa molto semplice e “povera” rispetto alle altre ma dal grande significato per me.
Era la divisa del Gruppo di Combattimento Friuli..
Stefano aveva da poco poggiato sul tavolo un elmetto Italiano con il piumetto ed ora arrivava una giacca della Friuli… comprese la mia emozione e mi concesse di vederla meglio alla luce del sole e di poterle fare due foto.
Mille pensieri mi riempirono la mente in quei pochi minuti, ricordavo qualche foto dei miei archivi, la storia, le gesta, la battaglia sul Senio e l’ingresso a Bologna insieme ai Bersaglieri.
Davanti a me c’era un piccolo pezzo della storia del Secondo Risorgimento Italiano, i colori delle mostrine erano inconfondibili, 87° e 88° reggimento fanteria Friuli, le mostrine erano di un tenente che aveva due nastrini, il primo, croce al merito di guerra, il secondo per aver combattuto dal 1940 al 1943.
Una croce rossa indicava il probabile medico di uno dei due reggimenti.
Riportai indietro la giacca, che venne riposta nell’armadio, il prezzo era troppo alto per me, non potevo acquistarla, ma avevo comunque le foto con me e avrei potuto ogni tanto rivederla.
La giornata proseguì con altre bellissime divise, un pranzo meraviglioso e tanti racconti di storia, di oggetti trovati nel corso degli anni.
Al rientro, facendo compagnia all’amico Marco, compagno di viaggio in quella giornata speciale, spesso la memoria tornava all’incontro avuto con quella giacca, al futuro proprietario e in quale teca o manichino sarebbe finita.
Sentii di nuovo, ma al telefono, l’amico Stefano per invitarlo alla prossima manifestazione a Montelungo per il 71° della Battaglia, con la voglia di condividere con lui quelle giornate, perchè appassionato come noi di un certo modo di raccontare la memoria e di onorare e ricordare ed ebbi per regalo la conferma che se avessimo organizzato in quei giorni qualche evento o qualche mostra, lui avrebbe portato un pò delle sue divise più belle… chissà pensai, forse rivedo anche la “Friuli” e la “Nembo” (perchè quel giorno mi fece vedere anche quella…) ma non ebbi il coraggio di chiederlo.
Fu qualche giorno fa che, per qualche alchimia strana o per il destino che spesso unisce la storia di un oggetto a colui che ne sogna il possesso per custodirlo con amore, che mi giunge un sms da Stefano con un prezzo speciale a me riservato…. la giacca doveva venire qui, doveva passare il resto dei suoi giorni qui e farmi compagnia nei ricordi, Stefano lo aveva capito e me ne faceva dono con un prezzo speciale.
Accettai e da venerdì sera la giacca di un tenente della sanità del Gruppo di Combattimento Friuli, decorato con la croce al merito di guerra, che ha attraversato gli eventi bellici dal 40 al 43 mi fa compagnia in stanza, non so ancora a chi è appartenuta, ma lo troverò, perchè il mio cerchio non è chiuso e vorrei mettere accanto a questa giacca anche una foto in bianco e nero con il nome di colui che l’ha indossata per l’onore d’Italia.
Notte a tutti.